(…anche se è bene insegnarla come un gioco!)
Come sottolineano le Linee Guida ministeriali, l’ igiene orale quotidiana, attraverso la rimozione meccanica della placca, è la prima strategia da adottare per mantenere il cavo orale in condizioni di salute e abbattere le probabilità di malattie orali. L’attenzione dei genitori deve cominciare sin dal sesto mese d’età, spazzolando regolarmente le arcate dentarie e impiegando una piccola quantità (pari alla dimensione di una lenticchia) di dentifricio al fluoro. Ma com’è possibile, si chiederanno i genitori, praticare questa manovra senza essere troppo invadenti e fastidiosi? Niente paura. Nel bambino molto piccolo lo spazzolamento non può che essere rudimentale ed è finalizzato a rimuovere i residui alimentari grossolani: non va dunque imposto in maniera energica ma va piuttosto introdotto in maniera scherzosa, dando il buon esempio. Ovviamente va anche messo in conto che il piccolo potrebbe ingerire il dentifricio, che deve essere appropriato all’età. Quando il bimbo cresce, la pulizia dei denti diventa invece un vero e proprio rito: è qui che uno spazzolino elettrico si propone come una soluzione importante e per questo suggerita dalle citate Linee Guida. Esso, infatti, grazie ai ritmici e rapidi movimenti oscillatori e rotatori della testina, che dovrebbe essere a setole morbide e andrebbe sostituita ogni 3-4 mesi, consente sia di asportare i detriti e la placca batterica sia di compensare egregiamente la ridotta manualità del bambino. In questo modo sono sufficienti soltanto 2 minuti (30 secondi per quadrante) per ottenere la migliore efficacia con il minimo sforzo. Se poi lo spazzolino elettrico è reso anche simpatico e accattivante, l’ igiene orale diventerà un gioco e il bambino sarà ulteriormente incentivato a lavarsi i denti. Quello che in ogni caso non deve mancare è l’esempio trasmesso dai genitori, che potrebbero organizzare due volte al giorno un momento espressamente dedicato all’ igiene orale dell’intera famiglia, con la consapevolezza che questo è un tempo investito in “prevenzione”.
Perché, come e dove si sviluppa la carie?
Dobbiamo pensare che in ogni momento è in atto un equilibrio tra fattori che promuovono e fattori che inibiscono la carie: la prevalenza degli uni o degli altri è perciò determinante per il mantenimento dell’ igiene orale. Com’è noto, poi, la carie puó colpire sia i denti da latte (decidui) sia quelli permanenti. Nei decidui, e dunque nei bambini d’età inferiore a 6 anni, inizialmente, essa si sviluppa in genere sulle superfici lisce degli incisivi dell’arcata superiore e può in seguito estendersi rapidamente alla restante dentatura. Nei denti permanenti dei bambini più grandi e degli adulti sono invece interessate con maggior frequenza le superfici occlusali (cioè quelle che intervengono nella masticazione) dei molari, nei cui solchi possono stagnare e fermentare detriti alimentari. Il processo di produzione di acidi per fermentazione degli zuccheri avviene entro 5-15 minuti dal consumo degli zuccheri e si protrae, di norma, per almeno mezz’ora. Per questa ragione non è una buona abitudine consumare spuntini frequenti.
Il nemico non è soltanto la carie
I germi cariogeni che invadono il cavo orale e costituiscono la cosiddetta placca batterica possono intaccare non soltanto lo smalto dei denti, dando luogo alla carie, ma anche la gengiva e il parodonto. Si tratta di quell’insieme di tessuti che ancorano il dente alla sottostante struttura ossea, conferendo ad esso solidità e stabilità durante la masticazione: ne scaturisce la cosiddetta malattia parodontale (o parodontite), nota un tempo come piorrea, che costituisce una condizione di rischio non soltanto per la salute della bocca ma anche dell’intero organismo: attraverso il parodonto, infatti, questi batteri possono passare nel torrente circolatorio e da qui raggiungere tessuti e organi anche lontani. Diversi studi scientifici, alcuni dei quali con- dotti in Paesi con situazioni socioeconomiche simili alle nostre, hanno infatti dimostrato uno stretto legame tra placca batterica e malattie cardiovascolari, aterosclerosi, bronchite cronica, diabete e, nella donna in gravidanza, maggior rischio di parto prematuro. Tutte condizioni, queste, che riguardano i soggetti adulti ma possono instaurarsi e consolidarsi sin dall’infanzia, creando la predisposizione a successive complicazioni. Senza naturalmente considerare che, anche nel bambino, una flora orale alterata comporta tra l’altro alitosi, ossia un alito cattivo.
La placca batterica
La placca dentaria (biofilm), considerata oggi la principale causa locale responsabile della carie, è un’aggregazione microbica che si attacca alla superficie dello smalto mediante una pellicola di origine salivare che si forma in base a riduzione del pH locale, diminuzione della concentrazione di ioni calcio e modificazione dei componenti salivari ad opera dei batteri, presenti in oltre 300 specie diverse. Quando sul dente si è formata la pellicola inizia la colonizzazione batterica attraverso due meccanismi: la crescita e la moltiplicazione dei batteri che hanno ade- rito alla pellicola. Il comune zucchero da cucina rappresenta la fonte di nutrimento preferita dai batteri della placca dentaria, che proliferano e aderiscono tenacemente alla superficie dentaria, producendo sostanze in grado di disgregare lo smalto dei denti. L’impiego di uno spazzolino elettrico con movimento rotante-oscillante aumenta ulteriormente l’efficacia dello spazzolamento manuale e migliora la salute gengivale.
Il kit per l’ igiene orale
• Spazzolino: a setole morbide e di piccole dimensioni da sostituire periodicamente, da usare dalla comparsa del primo dentino; a partire dai 3 anni quello elettrico a testina rotante oscillante (da sostituire in media ogni 3 mesi) aumenta l’efficacia dello spazzolamento, che va praticato almeno due volte al giorno per 2 minuti.
• Dentifricio: da introdurre quando il bambino è in grado di farne un uso corretto, in quantità pari alla dimensione di un pisello.
• Collutorio: è un complemento del dentifricio quando il bambino è in grado di sciacquare correttamente la bocca (tempo consigliato: 30 secondi).
• Filo interdentale: particolarmente consigliato a chi ha i denti molto ravvicinati e in generale per rimuovere i residui alimentari.