Le afte orali, ulcerazioni dolorose del cavo orale che consistono in una rottura della mucosa, sono affezioni comuni in tutta la popolazione ma che si osservano frequentemente nel bambino.
Quando si presentano in numero elevato e sono ricorrenti si parla di stomatite aftosa ricorrente, la più comune tra le lesioni croniche della mucosa orale: colpisce fino al 25 per cento della popolazione. È caratterizzata da ulcere ricorrenti di piccole dimensioni (2-4 millimetri di diametro), rotonde o ovoidali, giallo-verdastri con margini circoscritti e circondate da un alone rossastro, collocate all’interno delle guance e delle labbra, nel solco tra la gengiva e il labbro, sui bordi della lingua.
Come e quando si presentano
La condizione mostra un’elevata tendenza a recidivare: nel 50 per cento dei casi si ripresenta a tre mesi da ogni episodio. È inoltre più diffusa nel sesso femminile. Prima dell’insorgenza delle afte orali il bambino avverte spesso sintomi prodromici quali prurito e bruciore. Successivamente può comparire un’area eritematosa e nell’arco di qualche ora inizia a comparire una prima papula, che poi tende a ulcerare e ad aumentare di dimensione nell’arco di 48-72 ore. La stomatite aftosa ricorrente ha un impatto notevole sulla qualità di vita e possono interferire con il benessere del bambino: causa infatti dolore, difficoltà a masticare e deglutire, elevata salivazione e, come conseguenza, irritabilità.
Le cause delle stomatiti aftose
L’eziopatogenesi della stomatite aftosa ricorrente non è del tutto chiara, tuttavia si ritiene che un’interazione tra sistema immunitario, genetica e fattori ambientali giochi un ruolo importante così come la presenza di danni al Dna conseguenti allo stress ossidativo. In ogni caso sono noti alcuni fattori predisponenti:
– traumi da masticazione o spazzolamento;
– alterazioni della composizione e del pH salivare;
– uso di farmaci antinfiammatori non steroidei e betabloccanti;
– ipersensibilità ad alcuni alimenti;
– carenze di ferro e vitamine del gruppo B;
– patologie tra cui la celiachia, la malattia di Behçet, la sindrome dell’intestino irritabile e alcune malattie endocrine e del sistema immunitario;
– infezioni virali o batteriche;
– l’uso di apparecchi ortodontici, che aumentano il rischio di reazioni reattive e di traumatismi;
– familiarità: i bambini con genitori affetti dalla patologia hanno il 90 per cento di possibilità di svilupparla loro stessi.
L’utilità dell’acido ialuronico
Generalmente le afte orali scompaiono senza lasciare cicatrici nell’arco di 5-15 giorni, tuttavia alcune terapie di supporto si sono dimostrate utili nel controllare la sintomatologia e favorire la guarigione. Tra i diversi principi attivi proposti, sembra dare ottimi risultati l’acido ialuronico in gel allo 0,2 per cento: la sua applicazione rappresenta un’ottima terapia in grado di ridurre il dolore e il fastidio durante la masticazione, il numero di afte e il tempo di guarigione.
L’acido ialuronico è un glicosaminoglicano con effetto antinfiammatorio e antiedematoso che espleta diverse funzioni biologiche grazie alle sue proprietà fisico-chimiche e biologiche. Ciò lo rende una molecola indicata nei processi di guarigione delle lesioni: agevola infatti il processo di rigenerazione dei tessuti e inibisce l’infiammazione promuovendo la riepitelizzazione e l’angiogenesi.